venerdì 22 aprile 2011

Terzigno – Lo scempio nel Parco nazionale del Vesuvio

Chiudere al più presto la discarica in via nespole della Monica (ex S.A.R.I.) al confine tra Terzigno e Boscotrecase. Lo hanno chiesto ieri  mattina un centinaio di persone che hanno inscenato una manifestazione di protesta , bloccando dalle 8.30 in poi l’ingresso ai camion che avrebbero dovuto scaricare i rifiuti”. Non è la cronaca di questi giorni, ma un articolo datato 1989 (Giornale di Napoli) a firma del giornalista Bruno De Stefano dal titolo eloquente: Discariche sotto accusa.

E’ come se il tempo si fosse fermato, mentre gli sversamenti sono continuati per oltre trent’anni, non solo di rifiuti urbani, ma anche di quelli classificati come speciali, tossici, nocivi ed aggiungerei radioattivi. Come è noto,le procedure per lo smaltimento di rifiuti radioattivi risultano estremamente costose, così può capitare che il 18/09/2010 (poche settimane fa) sia “stato posto in fermo cautelativo presso la discarica CAVA SARI l’autocompattatore della ditta ASIA Napoli, adibito al trasporto di rifiuti urbani differenziati prodotti dal comune di Napoli, per la presenza a bordo di rifiuti radioattivi”.

Già nel 2004 il territorio di Terzigno fu incluso nell’elenco dei siti di interesse nazionale per l’alto rischio ambientale e pertanto sottoposto ad interventi straordinari di bonifica e mai avviati.
Il simbolo di questo degrado e delle chiacchiere è sicuramente la cava Ranieri (digitate su youtube questo nome). Fu utilizzata nel 2001 per fronteggiare una delle tante emergenze rifiuti in Campania, ma oggi rimane l’ennesima discarica nelle campagne del vesuviano, diventata un lago d'acqua piovana colmo di rifiuti.

L’esasperazione e la rabbia esplosa nelle scorse settimane dei cittadini vesuviani, è possibile racchiuderla in tre numeri 123. La legge 123/2008 è una legge anticostituzionale ed antidemocratica dove innanzitutto (ART.2): “Ai fini della soluzione dell'emergenza rifiuti…, anche in deroga a specifiche disposizioni legislative e regolamentari in materia ambientale, paesaggistico territoriale , di pianificazione del territorio e della difesa del suolo, nonche' igienico-sanitaria…” è possibile lo sversamento di ogni genere di schifezze senza alcuno controllo preventivo in deroga dunque alle normative vigenti. Le citate schifezze sono inoltre puntualmente elencate nell’articolo 9 e l’elenco è spaventoso.

Si indicavano inoltre le due località nel comune di Terzigno dove sono collocate le discariche: localita' Pozzelle e localita' Cava Vitiello. La prima è adiacente alla storica discarica S.A.R.I. , quella citata nell’articolo del 1989, già posta sotto sequestro dalla magistratura e mai bonificata, mentre la seconda è una delle più grandi cave della Campania, in prospettiva la più grande discarica d’Europa. Il piano regionale dei rifiuti prevedeva che la Vitiello, avrebbe accolto nel triennio 2010/2013 circa 2.800.000 tonnellate.

Oggi la 123 è stata sostituta dal DL 196 (26/11/2010), con l'agognata esclusione della Cava Vitiello, Andretta e Valle della Masseria, con una piccola aggiunta! Art. 1, punto 3.b «I rifiuti aventi codice CER 19.05.03 (compost fuori specifica), previa autorizzazione regionale, possono essere impiegati quale materiale di ricomposizione ambientale per la copertura e risagomatura di cave abbandonate e dismesse, di discariche chiuse ed esaurite…”. La Cava Vitiello potrebbe rientrare tra queste?
E' uscita dalla porta della legge 123/08 ed è rientrata dalla finestra con il Decreto Legge 196/2010?




In conclusione, il clima di rassegnazione e di sfiducia da parte dei cittadini dei comuni vesuviani nei confronti delle istituzioni è pesante. Le  carenze strutturali nella gestione del ciclo dei rifiuti hanno portato ad un uso indiscriminato della soluzione discarica, che, oltre a rinunciare alla valorizzazione del rifiuto (la percentuale di raccolta differenziata nei comuni del Parco è a livelli ragguardevoli), depaupera  la risorsa "suolo" a danno soprattutto delle generazioni future.

La comunicazione e l'informazione ai cittadini su tutti questi aspetti è stata (ed è) carente in quantità e qualità e, quando presente, è raramente tempestiva. Ciò contribuisce ad accrescere il "fronte del no a tutto" ed impedisce di coinvolgere realmente i cittadini nel processo decisionale.

In questa fase delicata per il futuro della nostra terra, per la salute delle persone, per lo sviluppo delle colture tipiche dei nostri territori, in assenza di un Progetto serio di bonifica e tutela delle aree interessate, già gravemente compromesse da discariche legali e illegali, è necessario che non si attui lo scempio finale, la condanna a morte di un territorio dove ormai il futuro sembra gravemente pregiudicato.

GD Terzigno

Nessun commento:

Posta un commento